I cicli interpersonali in terapia

Quando il rapporto paziente-terapeuta diventa svantaggioso

In un articolo scritto insieme a Giorgia Cipriano, recentemente pubblicato sulla rivista online State of Mind, parlo di un fenomeno conosciuto come ciclo interpersonale. Si tratta di un meccanismo che si può innescare all’interno di un percorso terapeutico con effetti svantaggiosi sia per il paziente che per il terapeuta.

Uno degli obiettivi fondamentali durante tutto l’arco della terapia è quello di creare e mantenere una relazione terapeuta-paziente stabile e sicura, instaurando un’alleanza terapeutica, connotata da obiettivi condivisi, compiti reciproci durante il trattamento e un legame affettivo caratterizzato da fiducia e rispetto.

Nonostante si possa immaginare che ottenere tutto ciò sia semplice, in realtà non lo è. Il terapeuta, a volte, potrebbe percepire di essere in una fase di stand-by della terapia, in cui si sente di non riuscire a dare il proprio contributo al paziente. Altre volte accade addirittura che il paziente possa provare rabbia o ansia. In questo caso si può affermare che il percorso terapeutico sia bloccato a causa di un ciclo interpersonale, un circolo vizioso che rafforza la patologia, piuttosto che guarirla.

I cicli interpersonali non sono volontari ma avvengono su un piano inconscio, emotivo ma esplicito, e si autoperpetuano.
Esistono diversi cicli interpersonali e gli autori Muran & Safran (2000) li raggruppano in 3 grandi tipologie, mostrando ciò che gli attori della terapia attuano a livello comportamentale e quindi fisico, verbale e comunicativo. Essi sono:

  • Ciclo interpersonale del ritiro. In questo ciclo il paziente attua comportamenti di: intellettualizzazione, iperdettaglio, riduzione della comunicazione, shifting argomentativo, comunicazione laconica. Allo stesso tempo il terapeuta sente il desiderio di non presentarsi in terapia perché non vorrà vedere il paziente; inoltre, durante il colloquio sentirà del torpore e dopo avrà amnesie su ciò che essi si sono detti;
  • Ciclo interpersonale del confronto. In questa relazione il paziente critica la terapia e il suo andamento, sarà allusivo e porrà test al terapeuta e verificherà la sua disponibilità e l’autorevolezza nonché la sua preparazione. Il terapeuta sentendosi minacciato proverà fastidio ed irritazione;
  • Ciclo interpersonale dell’ipercoinvolgimento. In questo ciclo il paziente è in fase di allarme e richiedente di attenzione ed aiuto. Egli idealizza il terapeuta ma è anche preoccupato. Ciò crea nel terapeuta ansia, paura e fantasie di catastrofi.

Per uscire dal ciclo interpersonale è necessario innanzitutto riconoscerlo e ricondurlo anche ad altri episodi della vita del paziente, non soltanto alla relazione terapeutica, esplicitarlo al paziente e ragionare con lui sulle motivazioni e l’utilità di tale schema relazionale.

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