PsicoNutrizione …che cos’è?
Mente e corpo, si sa, sono elementi interconnessi. Pensiamo alle emozioni associate all’aumento o alla perdita di peso, alle emozioni che attribuiamo alla nostra forma fisica e alla componente relazionale connessa alle situazioni di convivialità.
Lo stretto legame tra aspetto corporeo ed aspetto mentale della nutrizione va affrontato e monitorato attraverso un dialogo tra Psicologia e Scienza dell’alimentazione.
La PsicoNutrizione è appunto un approccio olistico ed integrato tra queste due scienze con l’obiettivo di aiutare a monitorare i propri stati mentali che, se scarsamente regolati, si traducono in disregolazione alimentare.
La PsicoNutrizione si rende necessaria quando si riscontrano difficoltà ad attenersi a un modello dietetico idoneo; essa affronta le problematiche della fame emotiva e della dipendenza da cibo supportando chi vuole dimagrire ma incontra difficoltà a lungo termine.
Cosa fa lo psicologo?
Nell’approccio psiconutrizionale il trattamento si focalizza sulla percezione della propria immagine corporea, sulla cosiddetta “fame-emotiva” (cioè sui momenti in cui si avverte “l’impulso di mangiare” oppure sui momenti in cui “si chiude lo stomaco”), lavorando in maniera trasversale sulle emozioni sottese a questi meccanismi, e sul perfezionismo clinico. Tale trattamento ha l’obiettivo di individuare i meccanismi (comportamentali e di pensiero) disfunzionali e sostituirli con degli schemi più funzionali e adattivi, utili per la persona a sentirsi meglio e a raggiungere uno stato di benevola accettazione di sé e del proprio corpo.
Gli strumenti che utilizza lo psicologo sono il colloquio e i test (autosomministrati o intervista). Il percorso prevede una fase iniziale durante la quale si raccolgono una serie di informazioni volte alla comprensione del funzionamento del paziente che viene condivisa e a partire dalla quale ci si concentra su obiettivi concordati e circoscritti.
Cosa fa il Biologo Nutrizionista?
Il Biologo Nutrizionista ha il compito di stilare un piano alimentare personalizzato e unico rispetto le esigenze del paziente, che possa essere una linea guida per un nuovo stile di vita sano ed equilibrato.
Viene calcolato il fabbisogno energetico del soggetto, vengono discusse le sue esigenze e i suoi gusti, e viene posta attenzione allo stile di vita e all’eventuale attività fisica praticata. È importante che vengano presi sempre in considerazione anche gli esami ematici, lo stato di salute del soggetto ed eventuali patologie presenti (malattie cardiache, metaboliche, infiammatorie croniche, intestinali, ecc.).
Il piano alimentare personalizzato che tiene conto di tutti questi fattori, ha l’obiettivo di saziare e soddisfare il soggetto, senza che a questo si associno sofferenze fisiche o emotive.
Il Biologo Nutrizionista, oltre che della bilancia, dovrebbe servirsi di un particolare tipo di strumento: la bioimpendenziometria (BIA), che è in grado di valutare i progressi raggiunti dal soggetto in termini di composizione corporea (massa magra e grassa, acqua totale, distribuzione dell’acqua, eventuale ritenzione idrica e in alcuni casi anche lo stato infiammatorio).
Perché rivolgersi ad entrambi?
L’intervento combinato dei due professionisti è senza dubbio più completo ed efficace perché tiene conto della globalità della persona per il raggiungimento di un obiettivo circoscritto (aumento o perdita di peso) e supporta l’individuo nella costruzione e nel mantenimento di un benessere psico-fisico duraturo.
Inoltre, gli studi effettuati nel campo dimostrano come il 40% delle persone abbandona il programma di perdita di peso prima di concluderlo e come, un’altra alta percentuale di persone conclude il programma alimentare ma poi ritorna alle vecchie abitudini alimentari in breve tempo.
Tali risultati sono probabilmente derivanti dalla tendenza di pensare alla dieta come a un percorso limitato nel tempo, in realtà la dieta equilibrata è un elemento necessario per la nostra salute e andrebbe vista come un’acquisizione di nuove abitudini, regolando l’aspetto della scelta alimentare e dei giusti abbinamenti di alimenti, ma regolando anche le emozioni verso il cibo (fame-emotiva).
Per chi è adatto un percorso PsicoNutrizionale?
Non ci sono limitazioni. Il percorso è adatto a tutti, ma in particolar modo è adatto a chi ha provato più volte un percorso dietetico senza riuscire a portarlo a termine o per chi fatica a seguirlo in modo continuativo. È importante per chi ha un rapporto difficile con il cibo e in modo particolare per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. I dati, inoltre, ci confermano che in questo ultimo anno di pandemia, i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e la fame emotiva, sono aumentati del 30 % rispetto all’anno precedente. Quindi è molto importante porre attenzione ai campanelli di allarme di questo tipo di problematica – verso noi stessi o verso persone che ci stanno vicine – e rivolgersi a dei professionisti del settore.
Il percorso è adatto anche a chi soffre di patologie croniche infiammatorie o di altra natura. Un soggetto che ha questo tipo di patologie può trarre molti benefici dal percorso psiconutrizionale, soprattutto perché può essere aiutato ad accettare la sua patologia dal punto di vista psicologico e imparare a conviverci dal punto di vista nutrizionale, scegliendo i giusti alimenti che possano mantenere lo stato di salute fisica.
Qual è l’obiettivo di un percorso PsicoNutrizionale?
L’obiettivo principale è quello di cambiare lo stile di vita della persona e non farla più sentire limitata da un piano dietetico troppo restrittivo o sotto pressione per il raggiungimento di un numero sulla bilancia. Questo percorso ha come fondamento il mantenimento costante della motivazione, che va a lavorare sugli stati emotivi unici del soggetto o sulle eventuali problematiche psicologiche connesse, che possono portare a ostacolarne il raggiungimento.
In collaborazione con: Dott.ssa Giulia Mangone – Biologa Nutrizionista